14/04 No CPR Gradisca

From “Assemblea no cpr no frontiere FVG” :


NESSUN CPR NÉ A GRADISCA NÉ ALTROVE!

L’apertura del CPR di Gradisca si fa imminente: i bandi parlano della prossima estate, le dichiarazioni dei politici locali del prossimo autunno.

L’assemblea no CPR – no frontiere ripropone un presidio davanti all’ex CIE di Gradisca, ora per metà CARA (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo) e per metà CPR in costruzione. Sarà un pomeriggio di incontro e protesta, per mantenere alta la tensione sul procedere dei lavori per la “riconversione” del CARA in lager di Stato, ma anche per riprendere il filo del lungo dialogo nato in questi mesi fra chi è statx in presidio lì davanti e le persone costrette nel CARA.

Di fronte all’apertura di un lager di Stato vicino a ‘casa nostra’, sceglieremo tuttx insieme da che parte stare: contro i CPR, contro ogni confine, contro il “decreto Salvini” – in solidarietà a chi subisce il regime delle frontiere e ci lotta contro ogni giorno.

Ci vediamo a Gradisca, per un pomeriggio di incontro, rivendicazione e lotta per un mondo più giusto, un mondo senza frontiere e senza galere.

qui una nostra fanzine che spiega perché i CPR sono dei lager e perché non si può non lottarci contro: https://nofrontierefvg.noblogs.org/files/2019/03/fanzineNoCPR.pdf

25/04 Modena: NO MORE STATE LAGERS

italian and urdu below

NO MORE STATE LAGERS
APRIL 25th 2019, AGAINST RACISM AND FASCISTS

Whenever the State advances, freedom recedes.
The State advances and closes the ports, pushes migrants away and funds Libian lagers, renders (Italian or foreign) people who are exploited even more liable to being blackmailed, increases repression against the rebel and marginalised, increases police power, expands and spreads prisons and special detention areas in the territory. The State builds approval using a climate of resentment and fear, granting big profits to those who fund and manage the control system.

The CPRs (Permanence Centres for Repatriation), detention camps for migrants, are the most brutal expression of this advancement: thousands of people that are considered illegal are going to be interned in these State lagers to wait for deportation to their alleged countries of origin. Europe asked for CPRs, the PD (Democratic Party) government created them, and the Lega government is going to populate them: no government is innocent.

CPRs, along with deportations, remain the main deterrents for migrant people. They are the last links in a system that controls, exploits, and puts a price on the individuals who must face the constant threat of losing their documents and the policing of the reception system, and provide different types of unpaid labour, which is being promoted with false promises.

In Modena the ex CIE is becoming the CPR for the Emilia-Romagna region. This kind of facility is already famous for the harsh treatment meted out to its prisoners, who have stated it is “worse than prison” and revolted until they obtained its closure in 2013.

It is necessary to contrast this expression of State racism and remind the government that yet again we are going to oppose this type of structure. If our living conditions are poor and our freedom is always more limited, it is because there are people below us who suffer even worse abuse and lack of freedom.

We are opposed to CPRs because:

THEY ARE AN EXPRESSION OF THE AUTHORITATIVE TURN
taken by the last governments, aiming at hitting those who live in the margins, those who don’t adapt or who rise up. These are the true premises of a police state.

THEY EXPOSE EVERYONE TO BLACKMAIL
The threat of being expelled makes people accept even the worst conditions in order to keep a job, which is necessary to get the documents. This leads to worse working and living conditions for everyone.

THEY SPREAD XENOPHOBIA AND RACISM
If migrants are treated like enemies, there is no solidarity between people who are exploited, which is a great advantage for those who exploit us and a way for our current government to get approval.

And if fear and resentment spread, neofascism propagates.

In Modena it has safe homes, such as “Terra dei Padri” (Land of Fathers), where fascists in black shirts, just another face of State racism, are getting ready to take action as soon as owners and governers relinquish control. Demonstrating against the Police state also means fighting against its supporters.

On April 25 we’re demonstrating against all of this.

Solidarity for those who are imprisoned because they fought and rose up against this.

AGAINST STATE LAGERS!
AGAINST RACISM AND POLICE STATES!
AGAINST FASCISTS!
KEEP FIGHTING!

PIAZZA DELLA POMPOSA – MODENA – H. 15:00

BASTA LAGER DI STATO.

25 APRILE CONTRO IL RAZZISMO E CONTRO I FASCISTI

Se lo Stato avanza la libertà recede.

Lo Stato avanza chiudendo i porti, respingendo alla frontiera chi emigra e finanziando i lager libici, aumentando la ricattabilità degli sfruttati (stranieri o italiani che siano), inasprendo la repressione verso marginali e ribelli, rafforzando i poteri di polizia, allargando e diffondendo sul territorio galere e zone detentive d’eccezione. Lo Stato costruisce consenso intorno a un clima di rancore e paura, garantendo lauti profitti a chi finanzia e gestisce le strutture di controllo.

I CPR (Centri di Permanenza per il Rimpatrio), campi detentivi per emigranti, sono l’espressione più brutale di questo avanzamento: migliaia di persone considerate irregolari saranno internate nei lager di Stato in attesa della deportazione nei presunti luoghi d’origine. L’Europa li ha chiesti, il PD li ha creati e la Lega li riempirà: non c’è governo che si salvi.

Il CPR così come le deportazioni rimangono gli strumenti centrali di deterrenza per le persone emigranti. È l’ultimo anello di un sistema di controllo, sfruttamento e messa a valore degli individui che passa attraverso il costante ricatto dei documenti, le forme di disciplinamento del sistema d’accoglienza e le forme di lavoro gratuito, propagandato dietro false promesse.

A Modena l’ex CIE diverrà il CPR per l’Emilia-Romagna, una struttura già nota per la durezza dei trattamenti riservata agli internati, da questi ultimi definita “peggio della galera” e da essi stessi chiusa a suon di rivolte nel 2013.

È necessario contrastare questa ennesima espressione del razzismo di Stato e ricordare a chi governa che ancora una volta simili strutture troveranno opposizione. Se le nostre condizioni sono miserabili e le nostre libertà sempre più limitate è perché c’è chi, sotto di noi, subisce sfruttamento e privazione della libertà in modo ancora peggiore.

Ci opponiamo ai CPR perché:

SONO ESPRESSIONE DELLA SVOLTA AUTORITARIA

attuata dagli ultimi governi e tesa a colpire chi sta ai margini, chi non si adegua o chi si ribella, avvisaglie di un vero e proprio Stato di polizia.

RENDONO CHIUNQUE PIÙ RICATTABILE

La minaccia dell’espulsione porta ad accettare anche le peggiori condizioni pur di mantenere il lavoro necessario per il rilascio dei documenti, producendo un generale peggioramento delle condizioni lavorative e di vita di tutti.

DIFFONDONO XENOFOBIA E RAZZISMO

Se chi emigra è trattato da nemico, la solidarietà fra sfruttati va in pezzi a tutto vantaggio di chi ci sfrutta e su ciò l’attuale governo continuerà a guadagnare consensi.

E se paura e rancore dilagano il neofascismo prolifera.

A Modena esso gode di luoghi sicuri, come “Terra dei Padri”, dove i fascisti in camicia nera, l’altra faccia del razzismo di Stato, si preparano a venir fuori appena padroni e governanti lasceranno le briglie. Scendere in strada contro lo Stato di polizia significa scendere in strada anche contro i suoi fiancheggiatori.

Scendiamo in strada il 25 aprile contro tutto ciò.

Solidali con chi è prigioniero perché ha lottato e si è ribellato contro tutto ciò.

OPPORSI AI LAGER DI STATO!

OPPORSI AL RAZZISMO E ALLO STATO DI POLIZIA!

OPPORSI AI FASCISTI!

CONTINUARE A LOTTARE!

PIAZZA DELLA POMPOSA – MODENA – H. 15:00

 

Report on the meeting with the migrants, Sunday 10th March, area in front of the Cavarzerani CAS (Udine)

(english below)
Resoconto del presidio di domenica 10 marzo di fronte al C.A.S ex-caserma Cavarzerani (Udine)

Alle 15.30 il piazzale antistante l’ex caserma è completamente deserto, ad eccezione dello schieramento di carabinieri, polizia, vigili e digos. Dall’interno giunge voce che la croce rossa abbia impedito a tutti di uscire dal campo fin dalla prima mattina in barba ai tanto sbandierati orari di entrata/uscita, con la motivazione che “la polizia li avrebbe presi e portati via” qualora fossero usciti. I migranti sono stati praticamente sequestrati per l’intera giornata all’interno del campo col solo fine di non permettere loro di unirsi al presidio. Nel frattempo arriva qualche migrante residente in città e vengono fatti alcuni interventi al microfono rivolti ai secondini della croce rossa. Solo alle 17.30, dopo che il capo-kapò della croce rossa si è intrattenuto a lungo con i poliziotti in borghese presenti, i cancelli vengono aperti, e diversi altri migranti restati per ore in attesa dietro di esso possono raggiungere il presidio. Viene distribuito un bel po’ di materiale in varie lingue sul decreto Salvini e sui C.P.R. e il sistema a cui sono funzionali. E’ rimasto comunque un bel po’ di tempo per un interessante scambio di informazioni reciproche.

Sulla croce rossa che dire? Dopo aver piagnucolato negli ultimi giorni sui giornali locali per aver inspiegabilmente perso la gestione della caserma a favore di una cooperativa di Napoli, ha in tutta fretta deportato decine di migranti ad un albergo da lei gestito a Lignano Sabbiadoro (UD) . Difficile spiegare infatti come possa aver perso la gestione della caserma a base di locali non riscaldati in pieno inverno, vestiario invernale non fornito, cibo avariato, servizio di lavanderia non garantito, lavoro gratis, divieto di cucinare in autonomia, minacce, ritorsioni, punizioni umilianti. Sarà che è troppo pure per la prefettura.
Ieri la CRI si è mostrata per quello che è, un’organizzazione paramilitare che non si fa problemi a rinchiudere decine di persone per paura che certe cose possano uscire dal loro campo…

Report on the meeting with the migrants, Sunday 10th March, area in front of the Cavarzerani CAS (Udine)
At 15.30 the area in front of the camp is totally empty, with the exception of a line of policemen, traffic wardens, and digos (political police). From the inside there is word that the Red Cross has blocked the migrants from leaving the camp since early morning, in contrast with the official leaving and entering hours that they like to advertise, threatening that “the police will stop them and take them away” if they go out.
The migrants have basically been confined inside the camp for the whole day solely to be prevented from joining the meeting.
In the meantime, some migrants from town arrive, and there are some speeches aimed at the Red Cross jailers.
Only at 17.30, after the boss of the Red Cross took his time chatting with some policemen in plainclothes, the gates are opened, and many migrants who have waited behind them for hours are able to join the meeting. A lot of material about the Salvini Decree Law and the CPRs that make it possibile is shared, and there is also a lot of time to exchange other interesting informations.

What can we say about the Red Cross? After whining in local newspapers for having inesplicably lost the management of the camp to a cooperative from Napoli, they have hastily deported dozens of migrants to a hotel they manage in Lignano Sabbiadoro (Udine). It is indeed very difficult to understand how they can possibly have lost the management of a camp where several spaces aren’t heated even in winter, the clothes are not provided, the food is rotten, the laudry service is not guaranteed, the migrants have to provide unpaid labour, to endure threats, repercussions, and humiliating punishments… Maybe it has become too much even for the prefecture…
Yesterday the Italian Red Cross has showed its true face as a paramilitary organization that doesn’t think twice about locking up dozens of people for fear that certain things may be revealed…

16/12 Testimonianze raccolte in occasione del presidio solidale

video : IMG_8761

English below.
Italiano sotto.

This is an example of the food that is served to the migrants in the Cavarzerani camp. On November 15, during the night, they started a protest against the revolting slop that is prepared for them by the CAMST food service (which has various headquarters in Udine). Additionally, the migrants cannot prepare their own food autonomously, as it has been forbidden by the Red Cross “soldiers” who manage the camp. Instead, they have to gather in a dining hall without heating, an element that is also missing in their dorms.
In the recent past, the camp has held up to 400-500 people. After the first demonstration outside the camp on December 15, however, as much as 150 migrants were transferred to other cities (Roma, Napoli, Torino…). Those who weren’t deported are facing even stricter rules than before, as they have to show their document and identification bracelet three times a day so as not to be denied their meals. Tardiness, even a 5-minute delay, is sanctioned with humiliating punishments, such as cleaning shifts.
The camp doctor, who visits a maximum of 10 people per day to avoid getting worn out, dumps paracetamol on anyone for any type of problem.
A migrant was admitted to hospital for 22 days, but the ambulance was called an hour and a half late, and only after repeated complaints. When he came back, he was asked where he had been (even though the hospital doctor had called the Red Cross guards to inform them) and was told that he had been deleted from the building’s register. At first he was also denied his pocket money, and managed to receive it only after insisting.
Legal assistance is not available.
In the summer of 2018, different people from the so-called “reception network” committed suicide in Udine: all the deaths were dismissed by the media and the police as the consequences of self-harm. At least two of them happened in the Cavarzerani camp.
The people living in the camp also reported that a boy with obvious signs of emotional and psychological instability was found dead in his room inside one of the facilities; he was then allegedly brought away by the police during the night and his body was found hanging from a big tree in front of the entrance gate the next morning.

Questo è un esempio del cibo destinato ai migranti nel campo della Cavarzerani, che nella notte del 15 novembre scorso hanno dato vita ad una protesta in risposta a questo schifo quotidiano preparato dall’azienda della ristorazione CAMST (con diverse sedi ad Udine). Ad essi è infatti proibito dai soldatini della croce rossa che gestiscono il campo, di prepararsi il cibo in autonomia. Devono però riunirsi in una mensa non riscaldata, così come le camerate da letto.

In seguito alla protesta il cibo continua ad essere di pessima qualità, ma quantomeno non arriva già avariato (larve nella carne, muffa).

Il campo è arrivato a contenere fino a 400-500 persone, anche se dopo un primo presidio fuori dalla caserma il 15 dicembre, ben 150 sono stati trasferiti verso altre città (Roma, Napoli, Torino..). A coloro che non sono stati deportati sono state imposte regole interne ancora più restrittive, come mostrare il documento e il braccialetto di riconoscimento tre volte al giorno, pena l’esclusione dai pasti. Ogni ritardo, anche di soli 5 minuti, viene sanzionato con punizioni umilianti, ad es. turni di pulizie.

Il medico del campo, che visita al massimo 10 persone al giorno per non sciuparsi troppo, rifila paracetamolo a tutti per qualsiasi problema. Un migrante è stato ricoverato in ospedale per 22 giorni, anche se prima del ricovero l’ambulanza è stata chiamata solo in seguito a ripetute proteste e con un’ora e mezzo di ritardo. Al ritorno gli è stato pure chiesto dove fosse stato (nonostante il medico dell’ospedale avesse chiamato i secondini della CR) e gli è stato riferito della sua cancellazione dal registro della struttura. Inoltre gli è stato negato il pocket money, che gli spettava di diritto, cifra che poi gli è corrisposta solo dopo diverse insistenze.

L’assistenza legale è inesistente.

Venendo all’estate del 2018, diverse persone si sono suicidate ad Udine nel circuito della così detta accoglienza: le morti sono state tutte liquidate dai media e dalla polizia come suicidi o conseguenze di autolesionismo. Almeno due di essi hanno coinvolti migranti del campo della Cavarzerani.

Si ha notizia da parte di chi vive nel campo che un ragazzo con evidenti segni di instabilità emotiva e psichica, è stato trovato impiccato nella sua stanza all’interno di una struttura; il secondo sarebbe stato prelevato dalla polizia nella notte e ritrovato la mattina seguente impiccato al grande albero davanti al cancello di ingresso.

Report 15/12/2018 Solidarity meeting in front of Cavarzerani CAS – Udine

(English soon)
Resoconto del presidio di sabato 15 dicembre di fronte al C.A.S ex-caserma Cavarzerani (Udine)

Nella notte del 15 novembre scorso, circa 150 migranti dell’ex caserma Cavarzerani hanno dato vita ad una rivolta spontanea in protesta contro le condizioni del cibo loro somministrato dalla “azienda della ristorazione” CAMST per conto della croce rossa locale che gestisce il centro. La protesta è sedata solo dall’intervento di diverse pattuglie e reparti di polizia. Al momento il Centro di Accoglienza Straordinaria ospita oltre 550 persone.

Nelle settimane precedenti il presidio è stato volantinato nei dintorni della caserma un testo in urdu e inglese in cui si spiegavano le ragioni di un primo presidio rivolto ai migranti del campo.

La sera prima arriva un’indiscrezione secondo cui la croce rossa avrebbe vietato l’uscita dal campo nel pomeriggio, invece alla fine si è limitata a cambiare gli orari di entrata/uscita “per la sola giornata di sabato” anticipando di un’ora e riducendo l’apertura dei cancelli (dalle 14.00 alle 14.15) nel tentativo di disincentivare la partecipazione al presidio, dal momento che i migranti avrebbero dovuto aspettare un’ora prima che il presidio cominciasse, cosa che poi hanno effettivamente fatto. 
La loro risposta in termini numerici è molto buona, sulle 150-200 persone. E’ stato così possibile raccogliere e scambiare informazioni reciproche sullo stato delle cose dentro e fuori al campo. Ad esempio, che la croce rossa era assai poco contenta e nervosa riguardo ad una presenza esterna non calcolata.

A questo momento ne seguiranno altri, vogliamo far sapere a queste persone che non sono e non saranno sole nelle loro lotte e nella quotidiana repressione a cui sono sottoposte.

Solidali con chi migra.

 

17/11 Solidarietà ai migranti in protesta alla Caverzerani!

Siamo solidali con i migranti della Caverzerani che hanno dato vita ad una protesta all’interno della struttura per denunciare la qualità indecente del cibo che gli viene somministrato ogni giorno.
Non si contano i casi dei gestori di posti come questo che propinano cibo immangiabile e guasto per lucrare sulla pelle di persone costrette in questi luoghi, dall’infame sistema delle frontiere e perchè non hanno il privilegio del documento e del colore della pelle “giusto”.
La ventilata accusa di procurato allarme mossa nei confronti di chi ha iniziato la protesta è chiaramente una ritorsione e un’intimidazione perchè quello che succede dentro non venga divulgato.
Siamo vicine e vicini a chi decide di alzare la testa e denunciare i soprusi, nonostante l’estrema ricattabilità della propria condizione di richiedenti asilo.

A fianco di chi si ribella// NO BORDER NO NATION

fonte: http://www.udinetoday.it/cronaca/cavarzerani-cibo-avariato-sommossa-udine-polizia-16-novembre-2018.html

What is a CPR ita/urdu/eng

What is a CPR from https://nofrontierefvg.noblogs.org/no-cpr/
Italian

Urdu:

WHAT IS A CPR?

A CPR is a detention building for migrants without residence permit or
political refugee status. So even if you are innocent and you did not
commit any crime, you can be sent there if you don’t have documents or
if your documents expired. OFFICIAL GOAL
The official goal of CPRs is detaining people without documents before
bringing them back to their birth country. People can stay in a CPR up
to 180 days before being sent back to their country. In the meantime,
they are forced to stay there and they cannot go out. Asylum seekers can
also be detained in CPRs during their identification process (up to 210
days). CPRs, however, haven’t got sufficient capacity to imprison every
person without documents, and sending migrants back to their countries
of origin might be very difficult for the Italian government.

REAL (GOVERNAMENTAL) GOAL

The real goal of CPRs is keeping foreign people in a state of fear: no
document could mean prison. Moreover, foreign people are always at risk
of losing their asylum status for committing certain types of crimes,
among these fighting with the police (threat or violence against
officeholder): simply advocating for their rights could become a pretext
to hold them in a CPR. This is impossible toward Italian people.
There is a difference in legal and work rights between Europeans and
extra-European people, which creates the conditions for the exploitation
of migrant workers.
CPRs also represent a substantial economic opportunity for big companies
and criminal associations, as they can take funds for services they
don’t actually offer to the migrants. In the past, migrant conditions in
detention buildings similar to CPRs were horrible.
CPRs are merely propaganda for the Italian society that looks at
immigration as a security problem, without considering the role of
western countries in the economic and political situation of the
migrants’
countries of origin.

WHY DO CPR’S EXIST?

For years, a legal way to come to Italy has not existed. The only way is
to travel illegally and then apply for refugee status. In addition, the
possibility of applying for refugee status is obstructed by border
guards that push migrants away after beatings and violence (push-backs).

WHAT IS HAPPENING HERE IN FRIULI-VENEZIA-GIULIA

Right now, a CPR in Gradisca d’Isonzo is under construction, and others
in Udine and Trieste are being planned, according to local authorities.
Other CPRs already exist in Italy. In addition, push-back practice near
the borders has begun also between Italy and Slovenia.