IMPORTANT: For gay / lesbian asylum seekers waiting for commision!

Did you ask for asylum ’cause you are gay? Are you waiting for the interview at the commision? You don’t know how this will happen?
Some infos here in english and in urdu!
many thanks to: http://www.circolopink.it/pink-refugees-verona-2/

Do you have any questions? Please write us for questions or suggestions or to report something you think went against your rights. For you or someone else.
We don’t know if we can help but we will try to do our best!
write us : viedifuga(a)inventati.org

English below!

INTERVIEW AT COMMISSION

For gay / lesbian asylum seekers

  1. You are in front of two people, the commissioner and the interpreter. The commissioner asks you if you understand the interpreter well. They explain to you that the decision will be taken by the whole 4-person commission, even if only one is questioning you.

They explain to you what types of documents they can give you, which are:

A-refugee status, 5-year renewable, UN passport and the possibility to apply for Italian citizenship after 5 years

B-subsidiary protection, 5 years and UN passport but renewable only after checks

C – Other types of documents of one or two years related to your health, the situation in your country or the exploitation of which you are a victim.

Usually LGBT people, if trusted, get the refugee status

  1. They ask you a series of short questions about your name, your date of birth, the place where you were born, the family, the schools you attended in your country and the work you did. This is the time to correct registry errors. They ask you if you are still in contact with your family and if any of your relatives already live in Europe with documents
  1. They ask you to tell them why you ran away from your country. This is the time to tell your whole story, and the inspector won’t interrupt you. Only at the end, they ask you questions to clarify and deepen the points they have not understood correctly or have doubts about
  1. They ask you specific questions about how you found out you were homosexual. Here you have to be ready to talk about your first emotions and feelings towards people of the same sex and about your relations as a gay / lesbian with family, religion and society. They also want to know how much you were aware of the danger and punishment that you risk being gay / lesbian in your country
  1. They ask you some questions about your current life, asking if you have relationships, if you work, if you study and if you frequent LGBT associations
  1. They ask you what problems you might have if you should go back to your country now

The points to be prepared with the most attention are 3, 4 and 6. These are the moments when the inspector investigates your personality and tries to understand if you are really gay / lesbian or if you are lying to get the documents. You have to be careful not to contradict yourself and to accept talking about very personal feelings, but without telling details of sexual experiences

THE “VERBALE”

All that is said during the audition, the questions, the answers and your story, are transcribed in Italian on a document that in the end is reread in your language, and that you will sign for acceptance ONLY IF YOU DO NOT FIND ERRORS AND LACK . Remember that the commission report is a very important document, because the commission’s decision and also the court’s decision, if the commission is negative, will be taken on the things written on it. You have the right to refuse to sign and ask for corrections until you are satisfied and convinced of the things that are reported. Only sign at that point

INTERPRETER

Remember that the interpreter is not a mediator and is not your helper: he only has the function of translating, and the dialogue must be solely between you and the commissioner. Ask for explanations about things you don’t understand directly to the commissioner, and if you understand Italian, try to understand even if the interpreter and the commissioner comment or talk to each other for longer than what is needed to translate the things you said.

YOUR RIGHTS

The interview in committee is your moment. You have the right to use all the time you need, even if they try to hurry you. You have the right to request breaks. You have the right to request that the commission be suspended and that they give you a new appointment if you do not feel well, if you feel too nervous to remember everything you want to tell and if it seems to you that the translator is not doing his job correctly

 

27GENNAIO-2FEBBRAIO: SETTIMANA DI AZIONI E MOBILITAZIONI PER LA CHIUSURA DI TUTTI I CPR, PER LA LIBERAZIONE IMMEDIATA DI TUTTE LE PERSONE RINCHIUSE E PER VAKHTANG.

27GENNAIO-2FEBBRAIO: SETTIMANA DI AZIONI E MOBILITAZIONI PER LA CHIUSURA DI TUTTI I CPR, PER LA LIBERAZIONE IMMEDIATA DI TUTTE LE PERSONE RINCHIUSE IN ESSI E PER VAKHTANG.

Vakhtang è stato ammazzato di botte dalle forze dell’ordine all’interno del CPR di Gradisca.

Ce l’hanno raccontato i reclusi, quella stessa notte del 18 gennaio, quando siamo andate sotto le mura del CPR a parlare con loro, avendo saputo della morte di una persona.

Ce l’hanno gridato, chiamandoci e inviandoci video, con il coraggio di chi sapeva che nessun altro, se non loro, avrebbe fatto uscire quello che era realmente successo lì dentro.

La Questura e la Procura hanno fatto di tutto, fin dall’inizio, per liquidare la sua morte: “migrante morto per rissa” titolavano i giornali il giorno seguente alla pubblicazione della prima notizia da parte di Melting Pot.

Siamo riuscite a far uscire quelle voci, come altrove fanno da anni altri solidali, e da tutta Italia tante persone hanno ascoltato le testimonianze e ci hanno creduto. Anche il giorno successivo, domenica 19, siamo tornate in tante davanti al CPR, mentre i detenuti ci chiamavano, sottraendosi ai pestaggi che – ci dicevano – venivano riservati a chiunque parlasse con chi era fuori. Le direttive sembravano chiare: nessuno doveva più riuscire a comunicare con l’esterno. La notte hanno cercato di sequestrare tutti i cellulari, una “bonifica” che la procura ha giustificato “ai fini dell’indagine”. Quella stessa notte, a sorpresa, un deputato ed un avvocato si sono presentati in visita al CPR, trovando le forze dell’ordine in assetto antisommossa che parlavano del sangue presente nella struttura.

La stampa ha iniziato a riportare la versione dei compagni di Vakhtang: per un giorno è uscito che qualcuno diceva fosse stato ammazzato di botte, un “Cucchi” straniero e non in carcere. Prontamente il procuratore ha dichiarato che erano “tutte illazioni” e il 21 alle 4 di mattina sono stati deportati in Egitto, senza che nessuno lo sapesse, i tre compagni di cella di Vakhtang, che erano tra coloro che si erano detti disponibili a testimoniare. Questo è il modo in cui la “procura sta indagando”, come ci dicono i giornali.

Quando la verità di chi aveva assistito è iniziata a filtrare, la stampa ha iniziato a etichettare l’assemblea che sta diffondendo le voci dei reclusi come gruppo di ultras e incitatori di rivolte -come se le rivolte necessitassero d’incitazione dall’esterno-, cercando di delegittimarla. In contemporanea, si sono seguiti molteplici tentativi di minare la credibilità dei reclusi. Vakhtang è stato descritto come violento, tossico e autolesionista, forse sperando che in questo modo l’empatia verso la sua morte si esaurisse. I reclusi in generale sono stati definiti stupratori, spacciatori, criminali.

Vakhtang era una persona, viva, con i propri sogni, rinchiusa in un girone infernale creato da leggi razziste. I reclusi e le recluse in tutti i CPR d’Italia sono persone, rinchiuse dentro lager esclusivamente per non avere i documenti in regola.

Nei CPR in Italia ci sono alcune centinaia di persone e non sempre la reclusione si conclude con la deportazione, spesso le persone vengono liberate con un “foglio di via” che le costringe a vivere in stato di clandestinità.

Le persone deportate, invece, si ritrovano costrette nel loro Paese d’origine senza la possibilità di tornare in Italia, dove hanno vita e affetti, ricondotte al punto di partenza di un viaggio terrificante già affrontato. La minaccia della deportazione è la più grande che una persona non comunitaria possa ricevere: i CPR, teatri di abusi e peggiori delle carceri, servono a rendere reale quella minaccia. Tutto ciò è utile affinché le persone debbano accettare condizioni di lavoro disumane, pur di mantenere un contratto, vincolato al permesso di soggiorno.

La legalità farà il suo corso, perché delle persone vi si dedicheranno, e forse un giorno qualcuno sarà giudicato colpevole. Adesso, però, spetta a noi non permettere che l’omicidio di Vakhtang passi sotto silenzio e fare il possibile perché tutti i CPR chiudano per sempre.

Incoraggiate dalla risposta solidale ricevuta da tutta Italia, lanciamo una chiamata per una settimana di azioni e mobilitazioni per la chiusura di tutti i Cpr, per la liberazione immediata delle persone rinchiuse in essi e per Vakhtang.

Invitiamo quindi tutti i singoli, le assemblee, i gruppi, le associazioni, le organizzazioni, i comitati a fare il possibile verso lo stesso obbiettivo. Convinti che ognuno possa esprimere la sua rabbia e il suo dissenso nel modo che ritiene opportuno, pensiamo ora sia il momento di farlo.

Che chiunque si organizzi nel luogo dove vive. Facciamo in modo che questi luoghi infernali chiudano.

-se volete inviarci le iniziative o azioni per ricapitolarle in un futuro potete scrivere a : nocprnofrontieretrieste@riseup.net

VAKHTANG ENUKIDZE È STATO AMMAZZATO DI BOTTE DALLE FORZE DELL’ORDINE DENTRO IL CPR.

OGGI MANIFESTAZIONE PARTENZA ALLE 14:30 PUNTUALI DAL PARCHEGGIO AL LATO DEL CPR.

AGGIORNAMENTI:
Ieri, nella necessità di diffondere la manifestazione di solidarietà il
prima possibile siamo riusciti a riportare solo una prima ricostruzione
parziale di ciò che era successo. Qui gli aggiornamenti ottenuti tramite
le testimonianze dei compagni di prigionia, che ci hanno chiesto di
diffondere le loro parole oltre quelle mura [su facebook e sulla pagina
web potete trovare l’audio]:

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È inizio settimana, Vakhtang non trova il telefono, non vuole tornare in
cella, resiste, viene picchiato finché non ne può più. Viene buttato in
cella, nella rabbia prende un ferro in mano e si fa male allo stomaco.
Dopo viene portato in infermeria, non più di una ventina di minuti,
torna e si mette a dormire, forse per i farmaci. Raccontano che il suo
corpo era rosso dai lividi delle manganellate.

Il giorno dopo si sveglia, aveva accettato di essere estradato e
riportato in Georgia, i compagni di prigionia dicono che gli fosse stato
detto di fare le valigie per partire. Alle 20 però torna.

Sta presumibilmente due giorni nel CPR, sta male, per le manganellate e
per il colpo nello stomaco, chiede aiuto senza essere soccorso.

Allora comincia a gridare, arriva la polizia che chiede a un suo
compagno di cella di collaborare passandogli fuori un ferro. Quando V.
lo vede aiutarli si arrabbia e i due iniziano a litigare, allora la
polizia entra e in otto accerchiano V., iniziano a picchiarlo a sangue,
si buttano su di lui con forza finché non lo fanno cadere e sbatte la
testa contro il muro.

Lo bloccano con i piedi, sul collo e sulla schiena, lo ammanettano e lo
portano via. “Lo stavano tirando con le manette come un cane, non puoi
neanche capire, questo davanti a noi tutti” ci ha spiegato un altro suo
compagno recluso.

Non dicono più niente a nessuno, raccontano agli altri detenuti che lo
stanno processando. Poi ieri qualcuno origlia una conversazione e scopre
che è morto. I compagni avvisano la moglie a casa, lei chiama il CPR e
nessuno le risponde.

Vakhtang è stato ammazzato di botte dalle guardie del CPR

https://nofrontierefvg.noblogs.org/
https://www.facebook.com/nocprfvg/

Ultime dal lager di Gradisca

In seguito agli episodi di autolesionismo, le 3 fughe (di cui purtroppo una terminata a Verona) e un tentativo di suicidio di un ragazzo tunisino ad inizio anno, nella notte di sabato 11 i militari sono entrati nelle celle del CPR di Gradisca, hanno picchiato ed hanno preso le sim card di alcune delle persone con cui si era riusciti a parlare durante il presidio del pomeriggio.
Domenica 12 gennaio dalle 14:00 alle 16 ci sono state rivolte all’interno, nell’ala più vicina alla strada dove ci sono 5 celle da 6 persone ciascuna. Le persone recluse sono riuscite a rompere i vetri, a staccare i letti a raggiungere il muro e 8 sono riusciti a saltare oltre il muro. 3 sono stati riportati dentro il centro e picchiati, 5 sono riusciti a scappare, tra di loro alcuni ragazzi molto giovani. Un ragazzo dei 3 che sono stati riportati al CPR è stato portato in ospedale, un altro sta male. Un ragazzo marocchino oggi ha tentato di suicidarsi ed è stato fermato dagli altri.
Nella notte tra ieri e oggi ci sono stati materassi in fiamme per riscaldarsi e vengono sparati gli estintori dentro le celle.

Nel mentre, l’infame prefetto di Gorizia Massimo Marchesiello insieme all’attento servo giornalista del Piccolo Luigi Murciano hanno il coraggio di parlare di episodi di allontanamento volontario dalla struttura, trattandosi solamente di una “detenzione amministrativa”. Ragione per cui all’interno delle medesime strutture non sono presenti operatori di polizia penitenziaria, ma
solo operatori delle cooperative sociali (nel caso di Gradisca d’Isonzo,
l’impresa padovana Edeco).
Secondo questa gente infatti i prigionieri ingoiano lamette e tentano di uccidersi quando invece potrebbero tranquillamente lasciare un campo di concentramento circondato da mura, grate, telecamere e filo spinato e dove i militari utilizzano idranti, estintori e pestaggi sistematici su richiesta dei secondini della cooperativa EDECO.

Pagherete caro e pagherete tutto

Fuoco a tutti i CPR e a tutte le galere

Finchè tutte e tutti saranno liberi/e

 

14/04 No CPR Gradisca

From “Assemblea no cpr no frontiere FVG” :


NESSUN CPR NÉ A GRADISCA NÉ ALTROVE!

L’apertura del CPR di Gradisca si fa imminente: i bandi parlano della prossima estate, le dichiarazioni dei politici locali del prossimo autunno.

L’assemblea no CPR – no frontiere ripropone un presidio davanti all’ex CIE di Gradisca, ora per metà CARA (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo) e per metà CPR in costruzione. Sarà un pomeriggio di incontro e protesta, per mantenere alta la tensione sul procedere dei lavori per la “riconversione” del CARA in lager di Stato, ma anche per riprendere il filo del lungo dialogo nato in questi mesi fra chi è statx in presidio lì davanti e le persone costrette nel CARA.

Di fronte all’apertura di un lager di Stato vicino a ‘casa nostra’, sceglieremo tuttx insieme da che parte stare: contro i CPR, contro ogni confine, contro il “decreto Salvini” – in solidarietà a chi subisce il regime delle frontiere e ci lotta contro ogni giorno.

Ci vediamo a Gradisca, per un pomeriggio di incontro, rivendicazione e lotta per un mondo più giusto, un mondo senza frontiere e senza galere.

qui una nostra fanzine che spiega perché i CPR sono dei lager e perché non si può non lottarci contro: https://nofrontierefvg.noblogs.org/files/2019/03/fanzineNoCPR.pdf

25/04 Modena: NO MORE STATE LAGERS

italian and urdu below

NO MORE STATE LAGERS
APRIL 25th 2019, AGAINST RACISM AND FASCISTS

Whenever the State advances, freedom recedes.
The State advances and closes the ports, pushes migrants away and funds Libian lagers, renders (Italian or foreign) people who are exploited even more liable to being blackmailed, increases repression against the rebel and marginalised, increases police power, expands and spreads prisons and special detention areas in the territory. The State builds approval using a climate of resentment and fear, granting big profits to those who fund and manage the control system.

The CPRs (Permanence Centres for Repatriation), detention camps for migrants, are the most brutal expression of this advancement: thousands of people that are considered illegal are going to be interned in these State lagers to wait for deportation to their alleged countries of origin. Europe asked for CPRs, the PD (Democratic Party) government created them, and the Lega government is going to populate them: no government is innocent.

CPRs, along with deportations, remain the main deterrents for migrant people. They are the last links in a system that controls, exploits, and puts a price on the individuals who must face the constant threat of losing their documents and the policing of the reception system, and provide different types of unpaid labour, which is being promoted with false promises.

In Modena the ex CIE is becoming the CPR for the Emilia-Romagna region. This kind of facility is already famous for the harsh treatment meted out to its prisoners, who have stated it is “worse than prison” and revolted until they obtained its closure in 2013.

It is necessary to contrast this expression of State racism and remind the government that yet again we are going to oppose this type of structure. If our living conditions are poor and our freedom is always more limited, it is because there are people below us who suffer even worse abuse and lack of freedom.

We are opposed to CPRs because:

THEY ARE AN EXPRESSION OF THE AUTHORITATIVE TURN
taken by the last governments, aiming at hitting those who live in the margins, those who don’t adapt or who rise up. These are the true premises of a police state.

THEY EXPOSE EVERYONE TO BLACKMAIL
The threat of being expelled makes people accept even the worst conditions in order to keep a job, which is necessary to get the documents. This leads to worse working and living conditions for everyone.

THEY SPREAD XENOPHOBIA AND RACISM
If migrants are treated like enemies, there is no solidarity between people who are exploited, which is a great advantage for those who exploit us and a way for our current government to get approval.

And if fear and resentment spread, neofascism propagates.

In Modena it has safe homes, such as “Terra dei Padri” (Land of Fathers), where fascists in black shirts, just another face of State racism, are getting ready to take action as soon as owners and governers relinquish control. Demonstrating against the Police state also means fighting against its supporters.

On April 25 we’re demonstrating against all of this.

Solidarity for those who are imprisoned because they fought and rose up against this.

AGAINST STATE LAGERS!
AGAINST RACISM AND POLICE STATES!
AGAINST FASCISTS!
KEEP FIGHTING!

PIAZZA DELLA POMPOSA – MODENA – H. 15:00

BASTA LAGER DI STATO.

25 APRILE CONTRO IL RAZZISMO E CONTRO I FASCISTI

Se lo Stato avanza la libertà recede.

Lo Stato avanza chiudendo i porti, respingendo alla frontiera chi emigra e finanziando i lager libici, aumentando la ricattabilità degli sfruttati (stranieri o italiani che siano), inasprendo la repressione verso marginali e ribelli, rafforzando i poteri di polizia, allargando e diffondendo sul territorio galere e zone detentive d’eccezione. Lo Stato costruisce consenso intorno a un clima di rancore e paura, garantendo lauti profitti a chi finanzia e gestisce le strutture di controllo.

I CPR (Centri di Permanenza per il Rimpatrio), campi detentivi per emigranti, sono l’espressione più brutale di questo avanzamento: migliaia di persone considerate irregolari saranno internate nei lager di Stato in attesa della deportazione nei presunti luoghi d’origine. L’Europa li ha chiesti, il PD li ha creati e la Lega li riempirà: non c’è governo che si salvi.

Il CPR così come le deportazioni rimangono gli strumenti centrali di deterrenza per le persone emigranti. È l’ultimo anello di un sistema di controllo, sfruttamento e messa a valore degli individui che passa attraverso il costante ricatto dei documenti, le forme di disciplinamento del sistema d’accoglienza e le forme di lavoro gratuito, propagandato dietro false promesse.

A Modena l’ex CIE diverrà il CPR per l’Emilia-Romagna, una struttura già nota per la durezza dei trattamenti riservata agli internati, da questi ultimi definita “peggio della galera” e da essi stessi chiusa a suon di rivolte nel 2013.

È necessario contrastare questa ennesima espressione del razzismo di Stato e ricordare a chi governa che ancora una volta simili strutture troveranno opposizione. Se le nostre condizioni sono miserabili e le nostre libertà sempre più limitate è perché c’è chi, sotto di noi, subisce sfruttamento e privazione della libertà in modo ancora peggiore.

Ci opponiamo ai CPR perché:

SONO ESPRESSIONE DELLA SVOLTA AUTORITARIA

attuata dagli ultimi governi e tesa a colpire chi sta ai margini, chi non si adegua o chi si ribella, avvisaglie di un vero e proprio Stato di polizia.

RENDONO CHIUNQUE PIÙ RICATTABILE

La minaccia dell’espulsione porta ad accettare anche le peggiori condizioni pur di mantenere il lavoro necessario per il rilascio dei documenti, producendo un generale peggioramento delle condizioni lavorative e di vita di tutti.

DIFFONDONO XENOFOBIA E RAZZISMO

Se chi emigra è trattato da nemico, la solidarietà fra sfruttati va in pezzi a tutto vantaggio di chi ci sfrutta e su ciò l’attuale governo continuerà a guadagnare consensi.

E se paura e rancore dilagano il neofascismo prolifera.

A Modena esso gode di luoghi sicuri, come “Terra dei Padri”, dove i fascisti in camicia nera, l’altra faccia del razzismo di Stato, si preparano a venir fuori appena padroni e governanti lasceranno le briglie. Scendere in strada contro lo Stato di polizia significa scendere in strada anche contro i suoi fiancheggiatori.

Scendiamo in strada il 25 aprile contro tutto ciò.

Solidali con chi è prigioniero perché ha lottato e si è ribellato contro tutto ciò.

OPPORSI AI LAGER DI STATO!

OPPORSI AL RAZZISMO E ALLO STATO DI POLIZIA!

OPPORSI AI FASCISTI!

CONTINUARE A LOTTARE!

PIAZZA DELLA POMPOSA – MODENA – H. 15:00